Francavilla ha un lungo passato storico ed artistico d'indiscutibile valore:
il ritrovamento di reperti archeologici appartenenti al periodo PREISTORICO, ITALICO, ROMANO e MEDIOEVALE nelle contrade S.ta Cecilia, Piattelli, Foro e Villanesi testimonia che il territorio di Francavilla ospitò, sin dai tempi più antichi, importanti insediamenti abitativi che ebbero nei secoli una loro documentabile continuità.
Il primo vero centro abitativo risale al periodo longobardo e fu creato su una prominenza della collina da una comunità di pescatori e contadini Liberi da vincoli feudali (da qui il nome di Francavilla per indicare la condizione dei suoi cittadini che erano affrancati dalla condizione feudale), secondo un tracciato urbanistico "a spina di pesce", tipico del Medioevo, che si sviluppava dal punto più alto del paese, la "Civitella", quasi fino al mare, lungo l'odierno corso Roma; anticamente il borgo era circondato da mura perimetrali con tre porte d'accesso (Porta Ripa e Porta San Franco, che davano verso la campagna e Porta della Marina, verso il mare) ed era inoltre provvisto di circa dodici torri difensive.
Nel 1281, in un mandato regio per il Giustiziere d'Abruzzo, è documentato come attivo il porto di Francavilla con annesso fondaco per il sale,
certamente indicativo della sua condizione economica e demografica; altretttanto significativo delle floride condizioni del borgo è l'istituzione della fiera dell'Assunzione, concessa alla Terra di Francavilla nel 1307,
nonché l'autorizzazione ai mercanti di Chieti di commerciarvi il vino, rilasciata nello stesso anno da Roberto d'Angiò, duca di Calabria.
Verso la metà del secolo XIV però, il borgo subì i disastri della peste nera e le devastazioni delle soldatesche capitanate da Frate Monreale di Provenza, prima, e del Conte di Lando, poi; ed è legittimo supporre che fu per questo che, nel 1442, l'università di Francavilla volle stringere con Chieti una confederazione ed accettare fra le proprie mura una colonia di Albanesi, la quale elesse a sepoltura dei suoi componenti la chiesa di S. Maria della Croce.
Nel 1501, Francavilla divenne feudo di Costanza D'Avalos D'Aquino con il titolo di ducato e poi di principato; da questa, per donazione, passò ad Alfonso D'Avalos D'Aquino, principe di Montesarchi.
Nella seconda metà del secolo XVI, Francavilla subì l'assalto dell'armata turca comandata da Pialì Bassà, e fu quasi totalmente distrutta;
il ricordo di tanta miseria rimarrà vivo negli scampati per lungo tempo.
Nel 1602, la terra di Francavilla venne in possesso della famiglia Caracciolo, marchesi di Volturara, che l'aveva acquistata per 25.00 ducati da Isabella D'Avalos, oppressa dai debiti; nel 1608 vi ebbero sigloria i Di Palma ma, più tardi, nel 1648, Francavilla tornò tra i possedimenti dei D'Avalos, marchesi di Pescara e del Vasto, che la tennero fino all'abolizione della feudalità.
Negli ultimi decenni dell'800 lungo la spiaggia si sviluppo' Il quartiere della Marina, con al centro il Palazzo della Sirena: il lungo viale alberato, le ricche ville disposte a scacchiera sul mare e gli eleganti alberghi trasformarono francavilla in una rinomata stazione balneare, facendole conquistare il titolo di perla dell'Adriatico.
La notorietà della cittadina fu accresciuta nello stesso periodo dal cenacolo di artisti che si raccoglieva nel convento di Santa Maria del Gesù intorno al pittore Francesco Paolo Michetti.
Nell'inverno 1943-44, durante la seconda guerra mondiale, la cittadina restò per lunghi mesi sulla linea del fronte di battaglia fu rasa al suolo dalle mine delle truppe tedesche di occupazione; la distruzione coinvolse integralmente sia il paese alto sia la spiaggia.
Nell'immediato dopoguerra Francavilla è stata ricostruita in forme moderne e si è notevolmente estesa lungo il litorale, specie verso Nord, fino a fondersi con l'abitato di Pescara, divenendo, così, parte integrale dell'area metropolitana Chieti-Pescara.